Laura Stor, triestina di nascita vive e lavora a Roma. Dagli anni ’80 si occupa di incisione, si dedica alla ricerca e alla didattica nell’ambito delle varie tecniche calcografiche. La sua passione per la tecnica incisoria la porta ad aprire una scuola nella capitale. La ricerca di Laura Stor oscilla tra l’emozione idilliaca o nostalgica e la resa documentaria dei soggetti scelti. Il divario non è sempre così netto e l’artista spesso mescola suggestioni di colori con forte caratterizzazione del paesaggio. Piazza della Borsa, Cavana e l’URSUS si riempiono della luce riflessa del Golfo di Trieste e vengono rese limpide dalla Bora.
Paolo Fresu, pittore, scenografo e scultore astigiano. Nei suoi quadri viene ironicamente raffigurata la rappresentazione della borghesia e del potere della nostra società. I suoi personaggi, architetti, giudici, vescovi, guerrieri e regine, vivono su un palcoscenico fantastico d’ispirazione pirandelliana. La dimensione fiabesca dei protagonisti unita ad una tecnica pittorica mista (utilizzando i materiali pi§ disparati come legno, metalli, stoffe, inserti di giornali) rendono i suoi quadri dei racconti unici, metaforici e ironici.
Arcangelo Persano, vicentino d’adozione è un pittore e scrittore ultra ottuagenario specializzato in galli. Da oltre 35 anni dipinge infatti esclusivamente galli, un soggetto poco rappresentato nell’arte che gli ha permesso di avere molto spazio per creare. Dipinge i suoi galli su tutti i supporti variando a seconda del caso i materiali: tele, lenzuola, carta da pacchi, affinché nulla vada sprecato.
George Barbier, è stato un pittore, illustratore e disegnatore di moda degli inizi del 1900. Disegnò gioielli, cataloghi di moda, scenografie e costumi per il teatro. Le donne raffigurate da Barbier sono divinità imperturbabili, rappresentative dell’eleganza e dello stile a cavallo tra il Liberty e l’Art Decò.
Gigi degli Abbati, pittore genovese. I suoi quadri sono storie oniriche, paesaggi surrealisti popolati da cose e personaggi fantastici. Una pittura simbolica che porta in superficie l’inconscio, non solo attraverso i soggetti rappresentati ma anche attraverso la composizione dell’immagine, che a volte può sconfinare dal supporto. I suoi quadri popolati da figure fluttuanti e senza peso ricordano quelli di Chagall.